Associazione Yoga Kambliswami
Associazione YogaKambliswami

Yoga e stress

Lo stress è una tensione interiore che si origina quando dobbiamo adattarci alle pressioni che agiscono su di noi.

Le principali cause dello stress sono piccoli e grandi eventi imputabili all'ambiente esterno legati al lavoro, allo stile di vita.

E' molto importante tenere a mente che non sono i fatti in sé a stressarci, ma piuttosto gli atteggiamenti e le idee riconducibili al nostro carattere: gli stimoli esterni possono essere considerati "scatenanti" delle reazioni per cui noi siamo predisposti!

Lo "stressato" in genere presenta reazioni fisiche, psicologiche e comportamentali. A livello organico potremmo provare: tensione muscolare, cefalea, digestione difficile, stanchezza senza motivo evidente, palpitazioni cardiache, pruriti, diminuito interesse sessuale. Dal punto emotivo: ansia e stato di allarme, senso di urgenza, depressione, perdita della gioia di vivere, senso di debolezza, vertigini, calo della memoria, calo della concentrazione, disturbi del sonno.

Dal punto di vista psicoemotivo: manifestazioni di insicurezza, irrequietezza, facile irritabilità, peggioramento dei rapporti sociali, uso di psicofarmaci e di alcool, uso o aumento del numero di sigarette.

Lo Yoga agisce sulle diverse sfere dell'individuo: fisica, emozionale e mentale. La parola "Yoga" significa "unione", proprio nel senso di integrazione tra i diversi aspetti dell'essere umano.

Questo si traduce in tecniche che agiscono a livello fisico, le posizioni o "asana", pratiche di controllo della respirazione, ricerca della concentrazione e del rilassamento.

Nello Yoga il rilassamento deve essere collegato con la consapevolezza.

Sia lo stress dovuto all'ambiente esterno che i processi interni del pensiero e dell'emozione producono tensioni, blocchi ed un assorbimento inutile di energia. Il rilassamento non dovrà mai essere un momento di passività bensì un'ulteriore fase di lucida presenza in cui sbloccare coscientemente lo stress ormai somatizzato e liberare la psiche da strati successivi di condizionamenti.

Sta qui la differenza più profonda tra il rilassamento yogico e l'effetto di temporaneo rilassamento indotto da sedativi e tranquillanti: la tecnica yoga produce profondi e duraturi cambiamenti sulla struttura psico-fisica perchè permette alle tensioni di manifestarsi in una condizione di grande, totale consapevolezza, priva di interferenze egotiche di analisi ed interpretazione. Il farmaco non produce che ottundimento della coscienza, cosicchè, terminato l'effetto chimico, le cause del disturbo ripristinano in fretta il disagio.

Nella pratica Yoga lo stress, somatizzato e rimosso trova invece un modo per fluire via realizzando contemporaneamente un elevato stato di consapevolezza grazie al lavoro di concentrazione sul corpo e sul respiro e all'attivazione parasimpatica del vegetativo. Nel rilassamento yoga le tensioni non vengono né rivisitate tramite un approccio razionale né seguendo la scia della carica emotiva: è un processo di vera "depurazione" (Vishuddi) che permette al vecchio stress di venire a galla e di essere poi definitivamente eliminato poichè non c'è possibilità di trattenimento da parte del mentale. E' una purificazione che continuerà nelle varie fasi della meditazione e che mette in contatto il praticante con un livello molto profondo di consapevolezza, eliminando le progressive stratificazioni prodotte e cristallizzate dal mentale nel corso della vita. E' questo processo che fa esperimentare la condizione di essere interiormente "nuovi", donando novità, o meglio, realtà e freschezza a tutte le successive esperienze non più contaminate da vecchi condizionamenti della mente-ego.

Allenando la tensione, emergeranno alla coscienza più livelli di rilassamento, dal più superficiale al più profondo, in cui il praticante diverrà progressivamente consapevole di ciò che accade (iniziando, come si è detto, dal piano dei gruppi muscolari, articolari e del respiro) fino ad accedere alla sottile percezione dello scorrimento energetico, a livello dei meridiani e dei chakra.

Proseguendo in questa direzione, il praticante si trasforma sempre più in un puro osservatore, sperimentando la particolare condizione mentale nella quale vanno via via rare facendosi le attività discorsive di giudizio e interpretazione, a favore di uno stato di grande calma, lucida presenza e consapevolezza.

 

(tratto da LinfaTv n.6 del dicembre 2006)

 

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